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mercoledì 27 aprile 2022

Lo scafandro e la farfalla di Jan-Dominique Bauby (Ponte alle Grazie)

 


L’8 dicembre 1995 un ictus getta Jean-Dominique Bauby in coma profondo. Quando ne esce, tutte le sue funzioni motorie sono deteriorate. Colpito da quella che la medicina chiama locked-in syndrome, e che lascia perfettamente lucidi ma prigionieri del proprio corpo inerte, Bauby non può più muoversi, mangiare, parlare o anche semplicemente respirare senza aiuto. In quel corpo rigido e incontrollabile come lo scafandro di un palombaro, solo un occhio si muove. Quell’occhio, il sinistro, è il suo legame con il mondo, con gli altri, con la vita. Sbattendo una volta le palpebre del suo occhio Bauby dice di sì, due volte significano un no. Sempre con un battito di ciglia, ferma un interlocutore su una lettera dell’alfabeto che gli viene recitato secondo l’ordine di frequenza della lingua francese: “E, S; A, R, I, N, T…”. E, lettera dopo lettera, Bauby detta parole, frasi, pagine intere… Con il suo occhio Bauby scrive questo libro: per settimane intere, ogni mattina prima dell’alba, pensa e memorizza un capitolo che più tardi detta a una redattrice del suo editore. Così, da dietro l’oblò del suo scafandro, invia le cartoline di un mondo che si può solo immaginare, dove vola leggera la farfalla del suo spirito.

RECENSIONE

Oggi voglio parlarvi del libro: “Lo scafandro e la farfalla” di Jan-Dominique Bauby. Ho letto questo racconto quattro volte, l’ho amato immensamente per la forza d’animo del protagonista.

L’8 dicembre 1995 un ictus getta Jean-Dominique Bauby in coma profondo. Quando ne esce, tutte le sue funzioni motorie sono deteriorate. Colpito da quella che la medicina chiama locked-in syndrome che lascia perfettamente lucidi ma prigionieri del proprio corpo inerte, Bauby non può più muoversi, mangiare, parlare o anche semplicemente respirare senza aiuto. In quel corpo rigido e incontrollabile come lo scafandro di un palombaro, solo un occhio si muove. Quell’occhio, il sinistro, è il suo legame con il mondo, con gli altri, con la vita.

È un libro commovente e triste. Il protagonista riesce a trasmettere emozioni uniche con uno sforzo disumano. È un testamento di vita profonda e di grande sofferenza. Bauby fa riflettere il lettore: descrive la sua malattia terribile e il suo stile di vita inutile. È rinchiuso in uno scafandro, in un corpo inerme, senza possibilità di guarire.

Un capolavoro da leggere assolutamente.

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